ORIZZONTI DI RIVOLTA

[riceviamo e diffondiamo]

dopo anni di soffocanti orizzonti grigi, di incapacità di reagire e immobilità, in questi giorni la penisola cosiddetta italiana è scossa fino alle fondamenta da centinaia di manifestazioni spontanee, oceaniche, conflittuali e incontenibili. da ogni angolo di questo territorio di "brava gente" si levano feroci urla di rivolta, che non si fermano alla palestina e sicuramente non si limitano a denunciare ciò che sta accadendo nelle acque e nei porti dei territori occupati dall'entità illegittima di israele.

urla che sono state finora in disparte, che sono state etichettate e pesantemente represse dall'autodichiarato stato italiano come esclusive di certe "frange antagoniste", appartengono oggi a centinaia di migliaia di persone da torino a milano a napoli a firenze a bologna a perugia e a tutti i luoghi in cui il capitale ha instaurato il suo dominio. urla che non chiedono nulla a questo stato infame, che esprimono una rabbia infinita e troppo a lungo taciuta, che si scagliano con forza contro gli sgherri che dello stato sono il braccio armato. per la palestina, sì, ma anche per ramy, nahel, stefano, giuseppe, federico e ogni altra persona che ci è stata portata via da questi sbirri di merda. per ognunx di noi, che da anni, decenni, sopportiamo un sistema opprimente che svuota le nostre vite di qualunque significato al di fuori del profitto. per ognuna delle persone che in indonesia, in nepal, in marocco, in bangladesh e quasi ovunque nel mondo ha deciso nell'ultimo periodo di ribellarsi, di rovesciare i governi attaccandone in strada gli apparati militari e gestionali.

l'ordine "democratico" di questo mondo di merda inizia a tremare, sotto i colpi impietosi delle persone che finora sottostavano alle sue fandonie, alle sue maschere, ai suoi meccanismi di inclusione, o meglio sussunzione di ogni elemento conflittuale. perchè il conflitto puro e reale, quello fatto non di parole ma di azioni, dal basso e non tra entità statali, non potrà mai essere calcolato o incluso dal sistema.

gli sbirri mostrano la loro vera faccia, lanciando ovunque cs ad altezza persona, manganellando vigliaccamente da dietro persone indifese, non riuscendo più a nascondere quanto schifo facciano. frustrati, machi di merda, raccolgono in se ogni aspetto più marcio del sistema; impossibile non notare quanto siano pervasi dalla mentalità patriarcale, quanto tentino di compensare alle proprie insicurezze con una violenza tanto intensa quanto ridicola, la stessa esercitata da ogni maschio di merda che mena la propria moglie, figlia, madre o sorella all'interno della propria sfera privata, dove ogni atto di putrida violenza è lecito. meloni fa passare una legge contro il femminicidio tentando disperatamente di ripulirsi l'immagine, di racimolare qualche briciola di consenso, mentre il suo braccio armato esercita quella stessa violenza.

ci fanno ribrezzo e, lo urliamo fortissimo, vorremmo vederli morti.

la violenza non è più, in questi giorni, un loro monopolio, e ovunque li vediamo sciamare via dalle loro posizioni come mosche da un cumulo di merda, terrorizzati da enormi masse di persone piene di rabbia, pronte a ribaltargli addosso tutto ciò che hanno sempre dovuto subire. tutti i loro stupidi gadget, i manganelli, gli scudi, i gas lacrimogeni -vietati dalla convenzione di ginevra-, le manette, le pistole e i taser possono poco o niente di fronte all'odio di migliaia di corpi uniti nella loro determinazione. di fronte a qualche cestino sradicato da terra, qualche transenna, qualche palo di bandiera e qualche bombone.

"blocchiamo tutto" è quello che si sente urlare in ogni dove, ma è chiaro che il desiderio di queste persone non sia soltanto quello di un temporaneo inceppamento della macchina statale, quanto più quello del suo totale smantellamento. qualche voce chiede le dimissioni di meloni e dei suoi amici, ma è chiaro che non si stia pretendendo nelle piazze la semplice sostituzione di questi maledetti infami con altri maledetti infami che seguano lo stesso flusso di denaro. è una rabbia che va ben oltre, indirizzata all'interezza di questo sistema di oppressione e che finalmente si mostra in reazione a un genocidio in corso da 80 anni e contro il quale nessuna delle persone che sostengono di fare i nostri interessi ha mai mosso un dito.

ma abbiamo davvero bisogno che si strabordi la misura in questo modo per reagire? tutto ciò che si palesa nei cortei contro le azioni di israele è sempre esistito, tutta la rabbia che trova sfogo in questi momenti di fortissima conflittualità si accumula da sempre nelle nostre anime. non lasciamo, per nessun motivo, quale che sia il contentino che le merde ci propineranno, che tutto ciò si perda. non lasciamo che un domani lo stato delle cose possa continuare indisturbato a distruggerci. distruggiamolo noi, siamo ancora in tempo. ancora, la tecnocrazia elitaria globale non è riuscita a pervadere ogni angolo di esistenza col suo controllo. e soprattutto, ancora non è riuscita a spegnere il fuoco nelle nostre anime.

a hong kong, durante anni di potenti rivolte che si sono susseguite contro il governo comunista cinese, si è creato un motto:

ADD OIL, BE WATER.

e allora aggiungiamo benzina a questi nostri fuochi, finchè le fiamme non arriveranno a lambire i culi comodi di chi quotidianamente ci uccide. allora impariamo ancora meglio a essere come acqua, perchè come acqua possiamo essere fluidx, incontrollabili e in grado di distruggere gli argini che ci vengono imposti. come acqua possiamo annegare chi cerca di contenerci, come benzina esplodere contro chi cerca di rinchiuderci.

se oggi è la palestina, facciamo in modo di conservare quest'energia di creazione e distruzione, teniamocela strettissima e rivoltiamola domani contro le carceri, i cpr, le questure. non abbiamo bisogno di un pretesto; il mondo intero è il pretesto.

l'orizzonte di questo mondo è nostro, "le monde est a nous". loro lo sanno e, come mosche intorno alla loro merda di denaro, si agitano incessanti cercando di mantenere un controllo che noi stessx gli abbiamo concesso, cercando di accumulare tutto il possibile. smettiamo di fargli questo favore, riprendiamoci ciò che è nostro, distruggiamo i loro apparati repressivi, creiamo libertà e cura.

una cura che non sia semplicemente orientata allo star bene di tuttx noi, ma anche e soprattutto allo sviluppo di una capacità organizzativa e di coordinazione di intenti e metodi che in queste intense giornate è stata delegata a una spontaneità troppo poco efficace. una cura che faccia in modo, la prossima volta che la nostra rabbia esplode, che non riescano a prendersi nessunx di noi come caprx espiatorix per le azioni portate avanti dalla piazza intera. una cura che ci porti a discutere, capirci e conoscerci profondamente prima di esplodere e a non lasciare più al caso la direzione che prendiamo. una cura che sia comunicazione profonda orientata alla massima sovversività possibile.

finchè anche dell'ultima prigione non rimarrà nessuna pietra, finchè di ogni questura, caserma, commissariato e tribunale non rimarrà che cenere. finchè delle loro banche e del loro merdoso denaro non resterà che il ricordo.

ACAB SEMPRE. MORTE AGLI STATI, AI GOVERNI E AI LORO SGHERRI. HURRIYA, LIBERTA', ADESSO.